La simbiosi attiva del puerperio | Società Italiana di Psicologia Perinatale

La simbiosi attiva del puerperio

Adagiato sul ventre materno appena nato, il bimbo si muove in un lento ma deciso movimento a crawl verso il seno materno. Il moto è sostenuto dalle catecolamine accumulate durante il parto. Reciprocamente la mamma, invasa dai suoi ormoni, asseconda commossa il moto del suo bambino. E' questo che permette a Bowlby di sostenere che il legame affettivo precede e condiziona quello materiale del nutrire: lo rende cioè possibile attraverso questo innamoramento reciproco che lega il bambino alla disponibilità partecipe della sua mamma.
Giunto coi suoi tempi all'altezza del seno, il bambino si attacca e succhia. Trova nel colostro il sapore della sua mamma che conosce già dall'utero e si abbandona in una ritrovata fusionalità che gli restituisce il piacere e la sicurezza che ha già conosciuto. Solo più tardi questo contatto si trasformerà in nutrimento.
Per comprendere a pieno la lentezza e la gradualità della crescita del neonato bisogna apprezzare l'importanza che assume nell'essere umano la percezione della sicurezza. L'utero e poi il corpo materno sono il primo luogo in cui il bambino si è sentito a suo agio, accolto e sicuro: logico quindi che il bambino ricerchi quello stato che è l'unico che conosce e che gli piace. Non c'è possibilità di viziare un bambino piccolo: cerca e vuole il contatto con la sua mamma perchè è l'unica cosa che conosce e di cui si fida ciecamente. Che delusione non essere capiti in questa esigenza fondamentale e che disperazione! Tutto dovrebbe congiurare per salvaguardare e proteggere il rapporto fra madre e bambino: è questa la sicurezza che conta e che permette il cammino di separazione successivo. La mamma sufficientemente buona, diceva Winnicott, è quella che illude inizialmente per deludere gradualmente. L'illusione iniziale ha a che fare con la capacità materna, sorretta dalla modificazione ormonale, di ricreare per il bambino, con la propria attenta disponibilità, la sensazione di essere ancora in utero: se la fusionalità prima era passiva, ora deve essere sostenuta dallo sforzo di entrambi guidato e predisposto dagli ormoni. E' a partire da questa simbiosi ritrovata che inizia il lento cammino di crescita prefigurato nei movimenti del parto: la separazione cui il bambino tende per la piena realizzazione di sé ha nella madre e poi nella coppia genitoriale il complice sostegno necessario per potersi realizzare.